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del dolce ismario nume
lascia invecchiare inutilmente i doni,
lascia senza custode 190
andar la grege errando
inerme preda ai fieri lupi ingordi,
di radunar tesori
la solecita cura
oblía l avaro e l iracondo oblía 195
gli antichi sdegni e degli amati lumi
non apprezza il lascivo i dolci sguardi
rivolgendo i sospiri a miglior uso.
Per le vie già frequenti e per le piazze
già strepitose alto silenzio intorno 200
e strana solitudine s ammira
se non ch in quanto ad or ad or si scorge
senza pompa funebre
portarsi in lunghe schiere
e sepellir gli estinti, 205
scieglie le tombe il caso, onde ciascuno
fra ceneri straniere
nel sepolcro non suo confuso giace,
ma gran parte insepolta
ingombra i campi intorno 210
Letteratura italiana Einaudi 230
Ciro di Pers - Poesie
o di rapido fiume
si raccomanda a l onde,
esca al pesce, a la fera
se i cadaveri infetti
non aborrisce ancor la fera e l pesce 215
né pur con una sola
lacrima s accompagna
il folto stuol de miseri defonti
posciaché lo spavento
ha ne le luci istupidito il pianto. 220
Oh già sí bella Italia e sí felice
ah quanto, ohimè, da quella
diversa sei! Da quella che soleva
con dilettosa invidia
vagheggiarsi dai popoli stranieri. 225
D ogni miseria colma,
spettacolo doglioso a l altrui vista
t offri a mostrar ch in terra
ogni felicità passa fugace.
Santi numi del cielo, 230
ch onnipotenti e giusti
con providenza eterna
le vicende ordinate
de le cose mortali,
io non mi volgo a voi, 235
so ben che i nostri errori
son gravi sí che in paragon leggiere
s han da stimar le pene.
Ma ben mi volgo a voi, numi terreni,
a voi che de l Europa il fren reggete 240
e che dai troni eccelsi
date le leggi al popolo ch adora
con vero culto deità non falsa.
Posciaché i vostri immoderati affetti
e quella poco giusta arte d impero, 245
che voi chiamar solete
Letteratura italiana Einaudi 231
Ciro di Pers - Poesie
ragion di stato, e gelosia di regno,
sono, a chi l dritto mira,
in gran parte cagion di tanti mali.
Tu che sostieni il glorioso scettro 250
de l Impero roman, tu che correggi
con la destra possente
la gran Germania, al cui valor sovrano
serva è fortuna, obediente il fato,
tu che a tanti rubelli 255
depor facesti il pertinace orgoglio,
tu che i santi disdegni
rivolti avevi a fulminar su gli empi,
che con rito profano
tolgon l antico culto ai sacri altari, 260
perché tronchi nel mezo
un opra sí magnanima e sí giusta?
Qual di ministro infido
consiglio interessato
ti fa stimar piú degno 265
de l ire tue su l Mincio un tuo vassallo
che fuor che l regno avito
per legge a lui dovuto e per natura
altro non chiede? E si dimostra in questo
forse minor la riverenza in parte 270
che a te si deve: è tanta
però la colpa che mandar convenga
cento barbare squadre
nei campi ausonii a comperar la morte
a prezzo di ben mille 275
straggi ruine violenze e furti
rapine incendi sacrilegi e stupri?
E, quel che fa piú giusti
miei gridi, a seminar gli empi veneni
de l idra di Lutero e di Calvino 280
onde s infetti, ah no l permetta il cielo,
la bella Italia ch è maestra e madre
Letteratura italiana Einaudi 232
Ciro di Pers - Poesie
de la religion verace e santa!
E poi se l turco infido
ti spezza la corona 285
degli ungarici regni in su la fronte
e per sé ne ritien la miglior parte
non par che te ne curi,
incontro lui t adira,
è colà degno campo 290
a tua possanza, a tua fortuna augusta,
che tardi a vendicar gli antichi oltraggi?
Non son, non son giganti
i traci, no. San paventar la morte
anch essi e san, fuggendo, 295
a vergognose piaghe esporre il tergo.
Tu ch a la Francia imperi
invitto re de bellicosi Galli,
tu cui fin ne la culla
fanciulleschi trastulli 300
furo i guerrieri arnesi,
nutrito a l ombra de paterni allori
da la cui forte destra
se piantate non son fiorir non sanno
le marziali palme: 305
ben da giust ira spinto
l armi vittoriose
fin or movesti o se de l empie tane
scacci il rubello o i profanati templi
ritorna al vero culto o se soccorri 310
l amico oppresso: ah qui l impeto affrena
ma d italici acquisti
pensa a glorie minori
del vasto animo tuo. Volgi la mente
de tuoi grand avi a le famose imprese, 315
essi per simil opre
non salir de la gloria a l erte cime:
ma perché su l Oronte e su l Giordano
Letteratura italiana Einaudi 233
Ciro di Pers - Poesie
trofei piantaro gloriosi e santi
e di palme idumee cinser le chiome. 320
Là t invitan gli essempii.
Ti chiaman là quei gloriosi spirti
che nutri in sen di nobil fama ingordi,
non sa sperar altronde
che dal franco valor giusta vendetta 325
da tanti oltraggi e tanti
la sacra tomba. A servitú profana
tolta due volte l ha gallico ardire:
or serba a la tua fronte il terzo alloro.
Vanne e n quel sacro marmo 330
con la tua spada intaglia
il titolo di Giusto,
se poscia vuoi che si registri in cielo.
Tu gran monarca ispano
che di cento corone 335
gravi la fronte, al cui possente scettro
piú d un mondo s inchina:
che se dal ciel scendesse
teco a partir l impero
de la mole terrena il sommo Giove 340
piú da lasciar che da pigliar avresti
tu, che quando il sol nasce e quando more
a lui presti la cuna a lui la tomba,
a che dar loco a cosí bassa cura?
Fra i tuoi vasti pensieri 345
di creder che t importi
ch un piú ch un altro regga
ne lombardi confin poche castella,
sí che tutti i tuoi fulmini apparecchi
contro il signor di Manto 350
cui tu dovresti a pena
degnar de tuoi magnanimi disdegni,
almen se non ti preme
che l belga ribellante
Letteratura italiana Einaudi 234
Ciro di Pers - Poesie
schernisca già tant anni 355
le tue giust ire: a l Africa ti volgi.
Ella ti siede a fronte
per lungo tratto e teco
antichi odii professa e spesso ardisce
mandar pochi corsari 360
a depredar de regni tuoi le sponde;
se colà volgi l armi
ne la terra e nel cielo
i tuoi guerrieri allori
germoglieran frutti di gloria eterni. 365
Tu veneto leon, tu che raffreni
con giusto impero i flutti
d Adria, tu che, fuggendo
de le spade barbariche gli oltraggi,
con paciche leggi 370
sovra l onde incostanti
stabil sede fondasti a regno eterno
ov han fido ricovro i grandi avanzi
de la famosa libertà latina,
deponi omai, deponi 375
l antiche gelosie. Forse non hanno
i possenti vicini
tanto le voglie ingorde
d aggrandir co tuoi danni e se pur l hanno
il ciel, che ha di te cura, 380
renderà vani i loro ingiusti sforzi.
Mentre esser puoi de le tragedie altrui
spettator non ti caglia
entrar in scena a recitar la parte:
risserba i tuoi tesori a miglior uso 385
fin che tramonti l ottomana luna,
che dal sublime punto
le rintuzzate corna
omai piega declive in ver l occaso.
All or ne greci regni 390
Letteratura italiana Einaudi 235
Ciro di Pers - Poesie
offriransi al tuo crin ben cento allori:
in tanto, già che brama
teco l aquila augusta
stringer nodo di pace,
tu l dei gradir, che forse 395
vuol ragion che congionta
sia co l re de le terre
la regina del popolo volante.
Tu, regnator de l Alpi,
che quinci stendi ne l Italia e quindi 400
l antico scettro ne la Francia, ah tanto
non t alletti la pompa
de paterni trofei che non raffreni
gli spiriti magnanimi e feroci,
ch altro apprezzar non sanno 405
che bellicose palme,
deh, lascia che riposi
doppo tanti travagli
a l ombra sospirata
di pacifiche olive 410
il tuo popol divoto,
fin che piú nobil tromba
a ricalcar ti chiami
l orme de tuoi grand avi in oriente.
Ma tu, del Vatican pastor sublime, 415
padre commun che premi il trono santo
che piú d ogni altro in terra al ciel s appressa,
so ben ch ogni tua cura
rivolgi a l util nostro,
so ben che i tuoi pensieri 420
altro oggetto non hanno
che l servigio di lui, che tra mortali
in sua vece t ha posto,
e so che l api tue
per fabricar favi di pace in terra 425
favi di gloria in cielo
Letteratura italiana Einaudi 236
Ciro di Pers - Poesie
entro i campi fioriti
de le possanze umane
cercan diversi fiori,
né volan solo a gigli, 430
com altri pensa, cosí il cielo ascolti
i tanti voti tuoi sí che tu scorga
la tua diletta greggia,
sommerso in Lete ogni privato sdegno,
passar con voglie unite 435
ne l Asia a racquistar gli antichi ovili
e l abbattuta croce
a raddrizzar su l Tauro e su l Carmelo.
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