[ Pobierz całość w formacie PDF ]

«E se non lo sapessi? Dillo».
«Ammazzare Cane Nero».
CXXVI. Disse Enne 2: «Sei furbo, compagno. L hai
capito».
«Davvero vuoi farlo? Questo vuoi fare?»
«È bene che uno lo faccia. Grazie, amico».
«Mi dici grazie? Perché mi dici grazie?»
«Perché l hai capito».
176
Letteratura italiana Einaudi
Elio Vittorini - Uomini e no
«Tutti lo capiranno».
«Lo capiranno dopo. Tu l hai capito prima».
«Come, prima?»
«Prima di tutti, e di me anche».
«Di te anche?»
Forse di lui anche. Sapeva lui che voleva far questo?
«Forse di me anche».
«In che modo di te anche?»
«Forse io non sapevo che volevo farlo».
«Tu vuoi anche scherzare, ho capito».
«Forse è questo, tu capisci tutto» disse Enne 2. «Ma è
ora» soggiunse «che tu vada».
«Vado» disse l operaio.
Diceva di andare e non se ne andava.
«Ciao» Enne 2 gli disse.
«Ciao» disse l operaio.
Ma non se ne andava. «Vorrei far qualcosa» disse.
«Che cosa posso fare?»
Enne 2 gli disse di svitare e portarsi via la lampadina.
«Ecco» disse l operaio. «Non ti occorre un altra ar-
ma?» chiese.
«Ne ho una buona».
«Anche questa è buona».
«La mia mi basta».
«Prendi anche la mia. Ne ammazzerai di piú».
Enne 2 prese la pistola che l operaio gli porgeva.
«Grazie» gli disse.
«Non ti occorre piú nulla?» disse l operaio.
«Se hai una sigaretta, dammela».
«Non hai una sigaretta?» disse l operaio.
CXXVII. «No» disse Enne 2. «Mi piacerebbe aver-
ne una».
«Dio di Dio!» disse l operaio. «Io non l ho».
«No? Non importa».
«Come farai?»
177
Letteratura italiana Einaudi
Elio Vittorini - Uomini e no
«Fa lo stesso».
«Non fa lo stesso» disse l operaio. «Vorrei che l avessi».
«Non importa. Non ti preoccupare».
«E se restassi con te?» disse l operaio.
«A che scopo? Vai».
«Tu resti e io vado».
«Si capisce. Uno è abbastanza».
«Non pensi che in due si farebbe meglio?»
«Io no».
«Se fossi in gamba resterei».
«A che servirebbe? Vai, amico».
«Mi piacerebbe essere in gamba».
«Se lo vuoi puoi esserlo. Vuoi esserlo?»
«Vorrei imparare ad esserlo».
«Coi miei compagni puoi impararlo».
«Dove, padre mio? Chi sono?»
«Sai tenere a mente un recapito?»
«So tenerlo a mente».
Enne 2 diede all operaio il recapito di Orazio. «Tieni-
lo a mente» gli disse.
«Lo terrò a mente».
«Digli che ti manda Enne 2».
«Sí. Enne 2».
«E digli che il messaggio è Naviglio 2».
«Naviglio 2?»
«Naviglio 2».
«Lo ricorderò» disse l operaio. «Tu me lo consigli,
padre mio?»
«È anche un buon rimedio» Enne 2 rispose.
«Che cosa è buon rimedio?»
«Essere in gamba».
«È un buon rimedio?»
«Oltre tutto è un buon rimedio. Lo è ad ogni cosa».
«Ah, eccolo disse l operaio.
«Ma ora devi andartene» gli disse Enne 2.
178
Letteratura italiana Einaudi
Elio Vittorini - Uomini e no
CXXVIII. L operaio se ne andò, la voce di Cane
Nero era davanti alla casa, c era anche il suo scudiscio
che fischiava, e l uomo Enne 2 era sicuro di fare la cosa
piú semplice che potesse fare.
Faceva una cosa come la cosa che avevano fatto lo
spagnolo e Figlio-di-Dio. Si perdeva, ma combatteva in-
sieme. Non combatteva insieme? Mica c era solo com-
battere e sopravvivere. C era anche combattere e per-
dersi. E lui faceva questo con tanti altri che l avevano
fatto.
Non avrebbero potuto dire di lui che l aveva voluto.
Avrebbero potuto dire soltanto quello che lui aveva det-
to. Che essere in gamba era un buon rimedio.
Aveva in una mano la pistola dell operaio, e prese la
sua di sotto il cuscino.
«E se arriva Berta?» si chiese. «Ecco» si chiese. «Se
arriva? Se arriva un minuto prima di Cane Nero?» Pen-
sò alla via dei tetti, come avrebbe potuto condurvi Ber-
ta. «Ma non arriva» disse.
Tolse la sicura alle due pistole.
CXXIX. Questo è l uomo Enne 2.
Steso sul letto, al buio, con la notte fuori dai vetri in
una prima luna, le pistole in pugno, pensa ancora che Ber-
ta potrebbe arrivare, e pensa che mai potrebbe arrivare.
Io sono con lui.
Egli è stato finora come è stato; gentile anche.Ma con
se stesso digrigna i denti.
«Crepa» mi dice.
Sempre è con me come con se stesso.
«Perché?» gli dico. «Non vuoi la tua infanzia?»
«Crepa. Aspetto gente».
«Non vuoi la tua infanzia e insieme lei?»
«Ti dico che aspetto gente».
«E non vuoi la tua infanzia? Non vuoi lei bambina nel-
la tua infanzia?»
179
Letteratura italiana Einaudi
Elio Vittorini - Uomini e no
«Al diavolo lei bambina!» egli dice.
«Al diavolo la mia infanzia!»
«Al diavolo? Tutto al diavolo?»
«Tutto al diavolo!»
«Al diavolo anche lei che potrebbe arrivare?»
«Anche lei al diavolo! Non può arrivare».
«E se fosse qui nella stanza?» gli dico.
«È qui?» egli dice. «È nella stanza?»
CXXX. Si solleva sul letto: vede l oscurità fuori dai
vetri e su tutto il mondo; sembra, come già un morto, che
possa vedere in tutta la terra e in tutti i tempi.
«Non se ne andrà piú» gli dico.
«No se ne andrà piú?»
«Nulla se ne andrà piú».
Ha il suo deserto intorno; e non il suo soltanto; anche
di ognuno, e anche di sabbie e pietre, Africa, Australia,
America, con il grido che chiama in ogni deserto.
È d una bestia? D un uomo?
Forse non è che Cane Nero, e non è altro. Pure viene
attraverso noi come il grido stesso delle città e della terra
intera.
«Perché?» egli dice. «Che accade?»
«Nessuna cosa ora è sola».
«Sarebbe ogni cosa anche tutto il resto?»
«Precisamente. E dov è una cosa è anche tutto il resto».
«Ma io ho mandato tutto al diavolo» egli dice.
Uno manda al diavolo, eppure è lo stesso; uno non
manda al diavolo la stanza in cui è, il proprio deserto, e
dov è una cosa è tutto il resto. Viene l infanzia lo stesso;
viene la terra intera come fu con fiori bianchi ch erano di
capperi e sembravano farfalle; vengono, come sono alla ra-
dio, le città del mondo, Manila e Adelaide, Capetown, S.
Francisco, di Cina e di Russia, non mai vedute, e Trieste
un po veduta, Ravenna un po veduta, Teruel come vedu-
ta, e cosí Madrid, Oviedo, e, di piú che vedute, principio e
infanzia di ognuna, Ninive, Samarcanda, Babilonia.
180
Letteratura italiana Einaudi
Elio Vittorini - Uomini e no
Che altro?
Certo il papà con gli occhi azzurri.
E la madre. La nonna. «Scemo!»
Vengono i cavalli ch erano da ferrare, idem gli uomini
loro, i viandanti, i vecchi barboni, i carrettieri. Le lunghe
strade con la polvere, anch esse, e su di esse il sonno, il fie-
no, fossi di cicale: tutto quello che è stato, e vuole, con
ognuno che si perde, essere ancora.
E il cielo che fu dell aquilone?
Il cielo che fu dell aquilone.
CXXXI. Si alza a sedere un uomo sul letto, ha con sé,
nella notte, tutto questo; ed è un morto che siede nella sua
tomba; medita.
«E lei bambina?» dice.
«Lei bambina».
«Cristo» egli dice. «L aspetto da un secolo, e mi viene
ancora bambina!»
«Sss» gli dico. «Non è lei soltanto».
«È bambina, ed anche è un altra? Non è lei soltanto?»
«È anche un altra» gli dico.
«Anche chi? L inferno anche?»
«È sulle tue ginocchia» gli dico.
Egli siede, siede lei sulle sue ginocchia; e nessuna cosa
del mondo è una cosa sola. Anche la notte fuori dai vetri
non è una cosa sola; è tutte le notti. E Cane Nero, quando
entra, è tutti i cani che sono stati, è nella Bibbia e in ogni
storia antica, in Macbeth e Amleto, in Shakespeare e nel [ Pobierz całość w formacie PDF ]

  • zanotowane.pl
  • doc.pisz.pl
  • pdf.pisz.pl
  • blondiii.pev.pl